Galleria

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Inaugurata il 15 gennaio 1977 nello storico palazzo Torriani, sede del Municipio di Gradisca d’Isonzo, la Galleria Regionale conserva la più importante raccolta esistente di Luigi Spazzapan, indiscusso protagonista della pittura d’avanguardia della prima metà del Novecento italiano.
 
Biografia

Luigi Spazzapan nasce a Gradisca d’Isonzo il 18 aprile 1889. Terminate le Scuole Reali di Gorizia tra il 1911 e il 1913 si recò più volte a Vienna per tentare, senza successo, di essere ammesso all’Accademia di Belle Arti.
Negli anni Venti si avvicinò al Movimento Futurista Giuliano e nel 1925 fu premiato con la medaglia d’argento all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Industriali Moderne di Parigi. Nel 1928, su invito dell’architetto goriziano Umberto Cuzzi, si recò a Torino per partecipare al concorso per la decorazione murale del padiglione della chimica all’Esposizione Internazionale: il suo lavoro non viene accettato e, ad aggravare la situazione gli fu tolto il passaporto per motivi politici. Sostenuto da Cuzzi, Gigi Chessa ed Enrico Paulucci l’artista decise di fermarsi a Torino dove, tramite i nuovi amici, entrò in contatto con Lionello Venturi ed Edoardo Persico.
Tra il 1929 e il 1932 Spazzapan fu vicino al Gruppo dei “Sei di Torino”. L’estro e l’abilità grafica consentirono all’artista di trovare lavoro come illustratore alla “Gazzetta del Popolo”, all’ “Illustrazione del Popolo” e a “Il Selvaggio”, periodici con i quali collaborò a lungo.
Nel 1931 Persico gli organizzò una mostra di suoi disegni a china acquarellata e dilavata (lavis) presso la Galleria del Milione di Milano che fu presentata da Mario Sironi; l’anno successivo Lionello Venturi presentò una sua mostra grafica alla Galleria Jeune Europe di Parigi. Presente con una personale alla II Quadriennale di Roma (1935), fu invitato alla XX Biennale di Venezia (1936) e, negli anni successivi, fu costantemente impegnato in una fitta serie di esposizioni in Italia e all’estero.
Nel 1943 un bombardamento aereo rovinò lo studio dell’artista distruggendo centinaia di opere. A guerra finita rientrò a Torino dove organizzò con Umberto Mastroianni e Mattia Moreni una grande mostra nazionale intitolata “Arte italiana d’oggi – Premio Torino” volta a proporre le ultime tendenze dell’arte italiana.
Nell’ambito della Biennale di Venezia del 1954 e della Quadriennale di Roma del 1955 ottenne due personali. Nello stesso anno partecipò alla Biennale di San Paolo in Brasile e ottenne la cattedra di Decorazione all’Istituto Artistico di Torino. Si spense improvvisamente a Torino il 18 febbraio 1958.

La collezione Giletti

Le ottantasette opere provenienti dalla collezione di Eugenio Giletti, collezionista torinese e grande amico di Spazzapan, ora di proprietà della Fondazione Carigo, sono esposte a rotazione nelle sale del primo piano della Galleria e offrono al visitatore una suggestiva sintesi del suo percorso artistico, documentato in tutti i generi in cui si espresse: dagli autoritratti ai ritratti, dai paesaggi alle nature morte e alle scene di vita con temi e figure nate dalla vena fantastica dell’artista.
Nella collezione, formata da chine, tempere, oli e due sculture, si ritrovano molti richiami alla cultura dell’espressionismo e del futurismo che si condensano nell’incisività del segno, nella forza del colore e nella vitalità del movimento.
Importanti sono anche gli apporti derivanti dalla pittura francese, dall’impressionismo a Matisse, che si imprimono soprattutto nei paesaggi dove ambiente e figure si fondono in luminose velature atmosferiche, sempre ravvivate da segni fulminei e guizzanti. L’ultimo periodo di attività dell’artista è attestato da alcuni splendidi dipinti informali: Sempre teso nell’urgenza della ricerca, Spazzapan verso la metà degli anni Cinquanta inizia un nuovo modo di dipingere volando “più alto di quello che egli stesso aveva fino allora osato” (Lionello Venturi, 1960).

La collezione Citelli

Nell’aprile 2012 la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia perfezionava l’acquisto di ventotto opere su carta di Luigi Spazzapan, cui vanno aggiunte due perché dipinte anche sul verso, già appartenute a Umberto Citelli di Torino che nel dopoguerra, tramite Eugenio Giletti, divenne un nuovo collezionista di “Spazza”.
Nata dal rapporto personale tra Citelli e Spazzapan, la raccolta ha il pregio di essersi formata senza intermediari e l’acquisizione della Fondazione Carigo ha il merito di averla ricongiunta nelle sale della Galleria alla collezione Giletti ricostruendo, attraverso le opere, una parte importante della vita artistica e di relazione di Luigi Spazzapan negli anni torinesi.
La collezione comprende i molteplici generi in cui si espresse l’inesauribile creatività del pittore, travolgente soprattutto nelle opere grafiche. Oltre ai ritratti, vi sono paesaggi, nature morte e una serie di scene con temi e figure nate dalla vena fantastica di Spazzapan in cui reale e immaginario si fondono nella vitalità del segno e del colore. L’attività dell’artista è documentata dai primi anni trenta alla fine degli anni quaranta: dalle chine dilavate dove ambiente e figure si fondono attraverso luminose velature atmosferiche dei primi anni torinesi, alla suggestione matissiana dei valori espressivi del colore degli anni trenta; dai tratti “convenzionali” delle illustrazioni per articoli e novelle realizzati per “La Gazzetta del Popolo”, alla vena drammatica che percorre le tavolozze castigate dei soggetti del periodo bellico e del dopoguerra con decapitazioni, partigiani impiccati e Crocifissioni.

Il Fondo Milva Biolcati – Maurizio Corgnati

I cinque dipinti di Luigi Spazzapan che costituiscono il fondo Milva Biolcati e Maurizio Corgnati sono stati donati, nell’ottobre 2021, da Martina Corgnati, storica dell’arte e figlia della cantante e attrice teatrale di Goro e del regista e scrittore di Torino.

“Per tutti i membri della famiglia Corgnati – racconta Martina Corgnati – i quadri di Luigi Spazzapan hanno sempre fatto parte del paesaggio domestico e familiare: apprezzate e gradite le linee vibranti, le improvvise accensioni di colore, le immersioni profonde oltre gli orizzonti dell’immagine. Magari non tutti sempre capivano tutto, ma a quei quadri erano affezionati e li proteggevano da qualunque incursione ostile, commenti sarcastici, gusti meno avventurosi e più tradizionalisti, magari da parte di qualche New entry, nuore o generi, fidanzate e fidanzati”.

Opere di qualità straordinaria, documentano in modo significativo il percorso artistico e di ricerca intrapreso da Spazzapan negli anni torinesi, dai primi richiami alla cultura dell’espressionismo ai tratti più morbidi derivati dalla pittura francese, dall’impressionismo a Matisse, ai Fauves verso i quali l’artista virò dopo l’arrivo a Torino, dalle strutturazioni geometriche degli anni quaranta alle figurazioni astratte-informali dell’ultimo periodo.

Pesci sul tavolo (1932), Deposizione (con angelo) (1945), e Santone (evangelista) (1955-56), mentre La camicia bianca (1935), Cosma e Damiano benedicenti (1951) sono stati inseriti nel percorso della mostra Sottsass/Spazzapan.